Durabilità delle costruzioni in legno

La durabilità delle costruzioni in legno non è la prima cosa che può venire in mente quando ci si approccia agli edifici costruiti con questo materiale. Al contrario di quello che si potrebbe pensare gli edifici in legno sono molto durevoli se progettati tenendo conto della sua vulnerabilità all’umidità e se vengono preservati e mantenuti nel modo giusto.

Un esempio pratico di durabilità del legno è la chiesa di Heddal (Heddal stavkirke). Si tratta di una chiesa in legno strutturale situata presso Heddal, nella municipalità di Notodden in Norvegia, risalente ai primi del XIII secolo. È la più grande di tutte le chiese in legno conservate ed è un importante centro turistico.Sono presenti alcune iscrizioni in alfabeto runico nel corridoio esterno, che segnalano che la chiesa è stata consacrata nel 1242. Ad ulteriore testimonianza della durabilità del legno si può notare l’idolo di Šigir. Questa è la più antica scultura in legno del mondo, si pensava creata nel Mesolitico, intorno al 9.000 a.C. ma ora la scultura è datata a 11.500 a.C. (due volte più antica delle piramidi). È stata ritrovata nei pressi di Kirovgrad in Russia, sul versante est degli Urali, ed è conservata presso la Collezione Preistorica del Museo di Storia Regionale dell’Oblast’ di Sverdlovsk, a Ekaterinburg, Russia. Chiaramente la grande longevità di queste opere è direttamente collegata alle ottimali condizioni di conservazione dell’elemento ligneo, dalla protezione dall’umidità alla difesa dagli agenti biologici che possono rovinare la struttura in legno.

La durabilità va progettata

Il legno con umidità relativa maggiore del 18% è a rischio degrado. La progettazione di un edificio in legno deve perseguire l’intento di garantire che l’edificio venga progettato e realizzato secondo le regole dell’arte comunemente riconosciute al fine di aumentare la durabilità.

L’edificio in legno deve essere progettato e realizzato garantendo la cura nei dettagli al fine di soddisfare determinati requisiti come per esempio mantenere asciutto l’orizzontamento al piano terra. Questo si può ottenere tramite un’idonea ventilazione naturale o forzata, o un sottofondo di materiale sciolto non igroscopico, nel caso in cui non vi siano locali o volumi vuoti sottostanti sufficientemente ventilati e asciutti.

Diventa importante inoltre concentrarsi sui dettagli costruttivi dediti a contrastare la risalita capillare dell’acqua dalla fondazione come per esempio l’applicazione di una guaina bituminosa o un altro materiale impermeabile e duraturo, evitando trappole per l’acqua.

È opportuna una separazione netta tra il piano di campagna esterno e gli elementi lignei con una zona di rispetto pari ad almeno 20 cm in verticale, oppure utilizzando un’altra soluzione efficace come per esempio abbassare il piano di scorrimento dell’acqua rispetto al piano di campagna. Per contrastare l’umidità di risalita e la condensazione diventa decisiva una corretta installazione del cappotto e l’applicazione di numerose altre prassi virtuose di questo tipo.

Agenti biologici e protezione

Nel caso di umidità del legno oltre il 30% si incorre nel rischio di dover affrontare agenti biologici che possono minare la durabilità e la qualità dell’edificio in legno.

Degli esempi di questi agenti infestanti possono essere i funghi decoloranti (muffe), i funghi distruttori (fungo delle case) e gli insetti xilofagi (capricorno delle case, tarli, formiche, termiti).

Diviene necessario per l’utilizzatore selezionare il materiale adatto per l’ambiente di destinazione finale di utilizzo. Le varie fasi di questo processo di selezione possono essere riassunte come segue: considerare le prestazioni richieste dal componente, determinare la classe di utilizzo nella quale rientra la situazione di impiego del componente di legno e gli agenti biologici che lo minacciano. In seguito occorre valutare se la durabilità naturale del legno da utilizzare sia sufficiente o se sia necessario un trattamento preservante. Si procede poi con la selezione vera e propria del componente ligneo con una specie di legno più durabile oppure si può optare per un’altra soluzione di progettazione o per una protezione mediante preservanti. Dove risulti necessario il trattamento con preservanti, occorre scegliere il trattamento appropriato tenendo conto degli agenti biologici contro i quali è necessaria una protezione.

Ma quanto dura un sistema protettivo? È difficile dare indicazioni relative alla durata di un trattamento protettivo, ma tralasciando alcuni fattori importanti, quali l’essenza legnosa e la protezione costruttiva e non considerando il tipo di taglio e la sezione del legno, si può ipotizzare comunque una valutazione che tenga conto dell’esposizione del legno, della preparazione della superficie e del sistema protettivo e stimare intervalli di manutenzione che possano andare da 1 anno ad anche più di 8 anni.

Prendendo in esame il caso peggiore, si può dire che il legno trattato con cicli poco filmogeni necessita di una manutenzione entro 1 – 2 anni, con cicli a medio spessore tra 2 -3 anni e con cicli coprenti entro 3-5 anni. Tuttavia una corretta preparazione del supporto ed una scelta oculata del legno e della costruzione allunga l’intervallo di 1-2 anni.